L’Antropoanalisi di Piero Balestro

Mentre si vive l’angoscia del mondo con la paura del futuro e con la diffusione sempre maggiore della “tristezza inutile”, cresce contestualmente e quasi dialetticamente “il tempo della voglia di vivere” dentro la nevrosi e la depressione, l’alienazione e la disperazione sociale degli emarginati e dei solitari. L’antropoanalisi di Piero Balestro è un dialogo “moderno”, profondo e strutturale tra la proposta teorico-pratica di Ludwig Biswanger, discepolo critico di Freud e il Cristianesimo, attraverso il filone personalistico della filosofia neoscolastica italiana. Egli propone come stile di vita il modus amoris, “il parlare l’amore” come via per destrutturare il mito individualista “egemone” nella cultura dell’Occidente e rigenerare un progetto di uomo-persona e di un noi oltre l’indifferenza della “folla solitaria” attraverso la riscoperta del “fondamento etico del sé”. Il libro è una prima analisi dell’originale e fecondo pensiero di Piero Balestro, a dieci anni dalla prematura scomparsa. La rivisitazione del suo grande progetto educativo “per una rivoluzione personalista e comunitaria” alla maniera di E. Mounier viene affidata agli educatori cristiani e agli psicoterapeuti attraverso una scuola italiana di psicoterapia centrata sull’antropoanalisi da lui auspicata. Anche la filosofia assume un compito antico e sempre nuovo, quello di illuminare il senso dell’esistenza e Piero Balestro fu un sostenitore convinto dell’esistenzialismo cristiano fondato sul personalismo comunitario e sulle radici della filosofia neoscolastica.

Scrivi a Luciano Nicastro per ulteriori informazioni.