Filippo Pennavaria è ancora oggi un segno di contraddizione, un nodo problematico e controverso sul ruolo da lui svolto in provincia sul piano politico e religioso sia per quanto riguarda il rapporto tra fede e politica all’inizio del Novecento che per quanto riguarda la tumultuosa rinascita di Ragusa elevata a capoluogo di una nuova provincia a danno di centri di più antica tradizione culturale, religiosa e politica come Modica. Oggi la situazione, purificata dalle passioni del tempo, consente uno sguardo più obbiettivo e più veritiero. Il saggio riapre il dibattito superando gli approcci ideologici e passionali del passato sull'opera di questo emblematico gerarca fascista e propone una nuova ricostruzione storica attraverso documenti mirati e valutazioni storiche di merito che costruiscono giudizi di valore. Filippo Pennavaria sarebbe non un benefattore, ma solo un benemerito della rinascita urbanistica e architettonica di Ragusa nel periodo fascista.